(this motherfuckin’ world/24)
I'm your mama, I'm your daddy.
I'm that nigga in the alley.
I'm your doctor when in need.
Want some coke? Have some weed.
You know me, I'm your friend.
Your main boy, thick and thin.
I'm your pusherman. I’m your pusherman.
Curtis Mayfield- Pusherman
Curtis Mayfield- Pusherman
adesso volevo prendere l’abitudine che quando ero triste o mi giravano le palle per qualche motivo di andare col tram a vedere i drogati che si fanno le punture sul viale del valentino, la sera quando viene buio che accendono i lampioni sul viale e arrivano loro al posto di tutti quei cani caganti che passano lì di giorno o quegli studenti di architettura con le biciclette e i tubi da disegno infilati da qualche parte. quelli che gli viene voglia prima vanno prima, però c’è n’è un certo numero che si trovano lì dopo le otto di sera, a me vederli dal vivo mi fanno cagare perché ho paura che mi pungono con quelle siringhe epatitiche che si tirano via dal braccio, però da sopra il tram è una roba che secondo me vale la pena, sarà che sotto quei lampioni gialli sono illuminati come si deve o sarà che mi piace l’effetto cinema di vederli scorrere via col buio del parco tutto intorno, molto più probabile che sono soltanto belli da vedere tutti curvi con lo sguardo puntato sull’incavo del gomito, in fila, certi comprano, certi altri sono lì che gli fanno il pieno al cucchiaino e qualcun altro litiga per qualche motivo mentre più in giù lungo la strada vedo di sfuggita l’ultimo che cerca di andarsene senza riuscire ad accendersi quella sigaretta che ai tossici gli piace sempre fumarsi dopo che si sono fatti la puntura. filare via verso casa seduto dalla parte giusta del finestrino è una roba che ti regala quella sensazione di macabro godimento estetico propulsore dell’autostima che soltanto la contemplazione del degrado è capace di darti. la prima volta due settimane fa ne ho visto uno per caso seduto su certi gradini di un locale, allora il giorno dopo ho guardato di nuovo e mi sono visto tutta la scena che dicevo sopra. la settimana dopo passavo di nuovo però forse era troppo presto e c’era soltanto un po’ di gente in piedi che aspettava con le mani in tasca e non succedeva niente. quando il tram è arrivato alla fine del viale ho visto che c’erano due macchine degli sbirri lì ferme e ho pensato che era la fine della fiera, che qualcuno gli aveva scritto un’email al sindaco per dirgli di mandarli via. il giorno dopo ho provato a prendere il tram un po’ più tardi, e mentre lui andava mi sono sparato su per le orecchie questo cd di curtis mayfield per provare a coprire il rumore delle rotaie e allestire l’ambientazione cerebrale con un po’ di musica del ghetto in previsione di un’altra visione hardcore. solo che non è successo niente, c’era di nuovo della gente in piedi ad aspettare con la mani in tasca per il freddo, si intravedeva qualcuno seduto dentro il buio del parco, però era sfocato e si vedeva male e sotto i lampioni non c’era proprio un cazzo di nessuno. alla fine ho pensato che quella scena della settimana prima era come una specie di aurora boreale metropolitana, nel senso di quelle robe che ti capita di beccarle una volta poi passi tutta la vita a guardare il cielo e sa il cazzo quando ritornano.
atroC.T.X.Z.B.tion
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